02/04/2011

Moda italiana e spagnola a confronto: una riflessione personale (II parte)

Eccomi con la seconda parte della mia riflessione sulla modain questi due paesi, così simili per certi aspetti, ma così diversi per tanti altri...


SONO OMOLOGATI GLI ITALIANI?
Si. Ma a mio parere lo sono molto di più nella scelta di scarpe e accessori che in quella dell'abbigliamento.
Abbiamo superato la fase giubbotto Belstaff, Piero Guidi, Fay, Refridgewear e da qualche anno a questa parte siamo tutti fieramente impiumati da Moncler. Abbiamo usato le Silver della Nike, le sneakers Gucci, siamo stati 'sollevati' dalle Hogan. Conserviamo i nostri soldi in un portafogli Gucci o LV e ce li portiamo in giro nella nostra Neverfull Louis Vuitton o nell'ultimo modello Gucci. Abbiamo  circondato il nostro girovita con le due G, la D&G o con la LV per finire ora (chi può) con una bella H. E c'è sempre chi può. L'Italia è in crisi, i giovani abbandonano il nido materno sempre più tardi, non abbiamo mai un euro, ma la cintura o il cappellino firmato non manca a nessuno. Nemmeno a quelli che vivono nei quartieri più poveri delle città. Infatti grandi o piccole che siano, le città sono 'logate'. Poi se il logo è vero o è taroccato questa è un'altra storia, ma l'italiano, in generale, sono convinta che rinuncerebbe a mangiare pur di trovare e far trovare sotto l'albero un pacchetto Gucci o una bustina turchese di Tiffany. 
Per questo motivo Susanna vede file chilometriche di clienti assetati di moda davanti a Louis Vuitton, Prada e Gucci durante il periodo natalizio. Noi italiani compriamo e regaliamo moda. Se poi ci aggiungiamo che le nostre città più grandi sono un' attrazione per turisti giapponesi, cinesi, russi e arabi, beh allora è tutto chiaro.
www.ilmessaggero.it
Per quanto riguarda l'abbigliamento, devo dire che anche lì siamo abbastanza omologati, ma rispetto agli spagnoli, probabilmente abbiamo più scelta. A parte i soliti Zara, Mango ed H&M, noi italiani diamo anche una certa fiducia ai prodotti nostrani, difendiamo ad oltranza il Made in Italy e  compriamo anche alla Benetton, Sisley, Stefanel, Max & Co. Pennyblack, Oviesse, per dire alcuni nomi. E poi, quasi in ogni città, troviamo outlet di moda dove poter saziare la nostra voglia di griffes a portata di tutti i portafogli.
Ma siamo omologati perché gli stranieri ci riconoscono da lontano ovunque noi andiamo: zaino Invicta, jeans molto attillati o elegantemente 'oversize', vistosissimi occhiali da sole, cappellino, cintura griffata e sorriso sornione.

SONO OMOLOGATI GLI SPAGNOLI?
Si, lo sono. Ciò si deve anche al fatto che l'offerta distributiva di moda è ampia solo nelle grandi città. Il quadro è il seguente: le grandi città (Madrid, Barcelona, Valencia...) possiedono punti vendita delle griffes più importanti, nazionali e internazionali, oltre ad avere tutte le catene di moda low-cost come H&M, Primark, Topshop e molteplici punti vendita del gruppo Inditex e simili. Essendo delle grandi città, si può vedere più diversità ma siamo sempre limitati all'offerta presente. In Italia credo la cosa sia leggermente diversa in quanto, pur avendo in comune con la Spagna tutte le marche appena citate, disponiamo di un numero superiore di marche italiane presenti a livello nazionale, e una certa sperimentazione stilistica dettata dalla nostra passione innata per la moda.
Nelle città più piccole invece, le catene di low-cost del gruppo Inditex, Mango, Blanco e poco più, hanno il monopolio assoluto. Ciò si traduce in un'inevitabile omologazione di massa.
Per quanto riguarda il consumo di grandi marche, devo dire che la situazione non mi sembra così estesa come in Italia, però in generale, ho potuto osservare che ciò che è di moda in Italia, lo diventa in Spagna dopo circa sei anni. Così successe per il Belstaff, il Refridgewear e sta per accadere con il Moncler.

GLI ANTI-MODA ITALIANI E SPAGNOLI
Esistono, sono in molti e il loro manifesto prevede il rifiuto del logo e dell'omologazione prodotta dalle grandi catene di moda low-cost. Difendono l'originalità e l'individualità. Considerano superficiali o 'snob' quelli che invece sentono una certa inquietudine per la moda e per l'estetica. 
Difendono l'unicità ma anche loro formano un gruppo, accomunato dalle stesse idee e perfino da uno stesso stile. Stile, appunto.

Detto ciò ci tengo a precisare nuovamente che questo non è un trattato socio-economico sulla moda. Si tratta solamente di un'osservazione personale dettata semplicemente dal mio vissuto, dalla mia esperienza personale, presentata in maniera generalizzata. Da italiana che sono -e amante della moda- condivido di più la visione della moda dei miei compaesani, ma non appoggio l'ostentazione della marca volta solo all'apparire e a discapito di tutto il resto. 

Il mio motto è: meglio comprare pochi capi ma di buona qualità. Il mio bisogno di sperimentare con la moda e il mio portafogli (ahimè) invece, mi fanno cedere al low-cost più di quanto io voglia. Vorrei anche aggiungere che non è assolutamente mia intenzione offendere nessuno, ma se nel caso ciò dovesse accadere, spero possiate capire che si tratta semplicemente di un'opinione, di questione di gusti diversi. Qualsiasi opinione o precisazione saranno comunque ben gradite. 

7 comments:

  1. Sono orgogliosa di non riconoscermi affatto nella descrizione dell'italiano medio, aimé perfetta, con cui hai iniziato il tuo articolo. Non ho nessuno di quei capi e non lo vorrei nemmeno avere. Mi viene da piangere quando immagino la gente piena di soldi, che per esempio vedo in palestra tutti i giorni, che potrebbe permettersi qualsiasi Pret a porter, ed invece è li con quelle detestabili divise che tu hai così puntigliosamente descritto.
    Concordo con te sull'ultima parte dell'articolo; poco ma buono vorrei diventasse anche la mia di filosofia. Ci sto provando, ma non è affatto facile. Il risultato che per ora ho ottenuto è quello che nei low cost non mi faccio prendere dalla frenesia "tanto costa solo 10 euro", ma valuto i materiali, gli ipotetici usi eccetera.
    E' un piacere leggerti.

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  2. Un quadro dipinto alla perfezione! Mi hai fatto sorridere quando hai scritto che gli italiani all'estero si riconoscono subito....quanto è vero! Sul fatto meglio comprare pochi capi ma di buona qualità, io preferisco spendere in accessori: borse, collane, cinte, foulard ecc. per poter valorizzare capi low cost. A questo punto però. ti aspetto (è sbrigati pure!!!!...) con un nuovo outfit
    Ciao grazie ancora
    Susanna

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  3. Purtroppo è un quadro piuttosto veritiero, con le dovute eccezioni tra cui noi ovviamente! Sono appassionata di moda ma non mi piacciono le "divise fashion", per questo mi piacciono molto i marchi di "lusso" spagnoli. Il mio preferito è Adolfo Dominguez ma anche Roberto Verino mi piace parecchio. Trovo che rispetto agli equivalenti nostrani siano meno cari e meno modaioli (intendendo la tendenza del momento) privilegiando capi di qualità, eleganti e duraturi nel tempo (non solo per i materiali ma anche per i modelli). Mi piacciono moltissimo anche Bimba y Lola che mi limito però solo a guardare, i modelli sono carini ma eccessivamente cari per un prodotto, secondo me, non di qualità eccellente e rigorosamente made in China! Queste sono le riflessioni a cui mi ha indotto il tuo post, non sono sicura che centrino tantissimo ma vabbè ormai le ho scritte! Un bacio

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  4. @Torquemood: Dici una cosa che mi fa riflettere ancor di più: "l'italiano medio"... eppure l'italiano medio, qui in Spagna, ad esempio, verrebbe catalogato non come medio ma come ceto alto... Insomma, dal di fuori sembriamo tutti ricchi... praticamente dei maestri nell'arte dell'apparire!
    E mi rivedo anche nelle lunghissime riflessioni davanti ad un capo da 10 €: Mi serve? Com'è fatto? Con che lo abbino? Però è carino... per 10€ fa la sua figura... puntualmente dopo 10 minuti di stress mi ritrovo a pensare che per 10 € non vale la pena stare lì a trovarci i difetti... spesso cedo e basta! E grazie ancora per i tuoi complimenti che apprezzo davvero molto! A presto!

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  5. @Anonymous: Anch'io devo dire che mi ritrovo con dei pezzi migliori negli accessori che nell'abbigliamento. Per quanto riguarda l'outfit, in questo momento devo dire che non mi sento molto motivata... nei negozi non trovo nulla che mi ispiri e non vorrei cadere nella banalità di un color block con pezzi di Zara o simili (sebbene ammetto che mi piaccia molto)...
    Aspetto piuttosto che si stabilizzi un pó il tempo e di farvi vedere cose diverse, non presenti su altri blog ;)
    Grazie per la tua visita e il tuo commento!

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  6. @Maurizia: Grazie per le tue parole che rientrano alla perfezione nell'idea del mio post. Mi sembra interessante notare la diversa percezione di marca che abbiamo io che "convivo" qui in Spagna con Roberto Verino o Adolfo Domínguez e tu che le vivi dal di fuori. Non so quanti anni tu abbia, ma qui in Spagna Roberto Verino è più orientato ad un pubblico dai 40 in su, sia per stile che per prezzi. Adolfo Domínguez, invece, ha anche una linea più giovanile, ma per prezzo spesso viene scartato e si preferiscono le solite catene low cost. Bimba y Lola ha una linea molto carina ma è vero che i prezzi sono alti. Ad ogni modo, consiglio lo shopping spagnolo durante gli sconti: Adolfo Domínguez, ad esempio, ha una linea di bigiotteria FAVOLOSA che durante gli sconti è da saccheggiare! Idem Bimba y Lola, dove, con gli sconti, si compra più che bene (scarpe da 100 a 25€, ecc...)
    Insomma, ti aspetto per lo shopping spagnolo nel mese di Luglio e Agosto!
    Un bacio!

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  7. Mi hai presa in castagna, avendo una sorella che abita in Spagna ogni anno organizzo uno strategico soggiorno ai primi di febbraio in modo da arrivare giusto in tempo per la segunda rebaja! Adolfo Dominguez resta il mio stilista spagnolo preferito in assoluto (la linea standard), ho 33 anni ma mi piace lo stile ladylike quindi di Adolfo comprerei praticamente tutto! Ai saldi si possono fare buoni affari ma trovo che anche a prezzo pieno non sia proibitivo ( e qui la diversa percezione della marca, tutte le mie amiche spagnole lo trovano già un marchio di lusso...). Anche la linea U non è male, Roberto Verino (sarà che mi vesto da vecchia?) mi piace moltissimo ma essendo un po' più caro di Adolfo per ora mi sono limitata a guardare. Entrambi poi trovo che abbiamo una bellissima linea elegante (in Italia è quasi impossibile trovare un equivalente) e la linea sposa di Adolfo è fantastica e a prezzi economici! Concordo sulla bigiotteria è sempre bellissima, quando sono più "povera" mi oriento su quella di Sfera, decisamente un altro livello ma sempre carina, poi qui in Italia non ce l'ha nessuno quindi è anche super originale!

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